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Abbazia di Sant’Albino

Nell’ottobre del 773, l’esercito dei Franchi di Carlo Magno affrontò in un cruento scontro i Longobardi nei pressi di Mortara (Pulchra Silva). Le perdite furono durissime per entrambi gli schieramenti e, secondo la tradizione, a perdere la vita sul campo di battaglia furono anche i paladini carolingi Amico e Amelio. A loro è legata una leggenda che si intreccia alla secolare storia dell’Abbazia di Sant’Albino: si narra che i due cavalieri furono seppelliti in loculi separati, ma in seguito le loro spoglie furono ritrovate nello stesso sepolcro, proprio nel luogo in cui fu edificata la struttura religiosa. Originariamente, infatti, nell’area dell’abbazia esisteva una chiesa dedicata a Sant’Eusebio di Vercelli, risalente al V secolo, che fu rifondata da Carlo Magno nel 774 come cimitero per i caduti della Battaglia di Pulchra Silva. Sembra che il vescovo Sant’Albino Alcuino fondò qui un monastero, presso cui ordinava diaconi e sacerdoti suoi discepoli. Per omaggiare il maestro, gli allievi dedicarono il monastero a Sant’Albino di Angers, vescovo morto nel 550. L’abbazia fu ristrutturata nell’XI secolo e il campanile fu ricostruito nel XIII secolo dopo essere stato abbattuto nel 1253. Nel XV secolo, i beni del monastero furono convertiti in Commenda, e il Commendatario ricevette il titolo di Prevosto. Nel 1540, su iniziativa dell’abate Pietro Antonio Birago, la chiesa fu ricostruita e arricchita con un portico a colonne, medaglioni dedicati ai santi Amico e Amelio e lo stemma dell’abate in una lapide. Nel cortile del cascinale adiacente alla chiesa, c’è una finestra ogivale trecentesca decorata con formelle di cotto. Nel 1578, l’abbazia fu visitata da San Carlo Borromeo. La commenda di Sant’Albino fu soppressa tra il 1799 e il 1801. Il convento divenne agricolo e i beni immobiliari furono venduti a privati. Nel 1916 l’ultima proprietaria, la contessa Cavaglià Cossato, lasciò l’Abbazia in eredità all’Ospedale di Mortara. Negli anni Settanta il luogo di culto entrò a far parte dei beni dell’USSL 78 che, nel 1993, la cedette gratuitamente al Comune di Mortara. L’Abbazia fu oggetto di lavori di restauro nella seconda metà degli anni Novanta. Oggi il complesso abbaziale comprende un ospitale lungo la Via Francigena dotato di 8 posti letto.